1967, Stevie Wonder al Titan Club:
le immagini esclusive del concerto
Da Tg2 Dossier Storie a cura di Michele Bovi (17 aprile 2005).
“Quante frottole su Jimi Hendrix:
costò come un turno di piano-bar”
Da Tg2 Dossier Storie a cura di Michele Bovi. Conduzione di Maria Concetta Mattei (17 aprile 2005).
“Tra Lucio Battisti e Julie Driscoll
flirt bufala: lei era la mia donna”
Da Tg2 Dossier Storie a cura di Michele Bovi (17 aprile 2005).
Popstar e dirigenti della mitica RCA
i Favolosi Anni Sessanta attovagliati
Festa della RCA Italiana, 19 febbraio 2002. Con Ennio Melis, Vincenzo Micocci, Miranda Martino, Mario Cantini, Mimma Gaspari, Franco Migliacci, Nico Fidenco, Edoardo Vianello, Sergio Endrigo, Marisa Sannia, Dino, Mal, Gian Franco Reverberi, Massimo Bernardi, Shel Shapiro, Louiselle, Jenny Luna, Enrico Ciacci, Lilli Greco, Teddy Reno, Fabrizio Zampa, Maurizio Catalano, Michele Bovi.
L’ultima volta con Massimo Bernardi
al Piper Club per Note segrete (2017)
Michele Bovi e Massimo Bernardi al Piper Club.
Dal Titan alle Streghe dell’Argentario
i templi musicali di Massimo Bernardi
Massimo Bernardi (terzo da destra) nel suo locale Le Streghe all’Argentario (foto ilgiunco.net).
MEZZO SECOLO DI AMICIZIA POP
Nel 1967 fondò con l’amico Oscar Porri il Titan Club, il locale per i giovani della “Roma bene”, alternativa elegante al Piper Club: il locale era in via della Meloria 48, zona Prati a cento passi dalla RAI. Lui, Massimo Bernardi, è stato il manager che portò in Italia il meglio della musica internazionale: da uno scatenatissimo minorenne Stevie Wonder al rock progressivo di Julie Driscoll, Brian Auger & The Trinity, dal monumento del R&B Wilson Pickett alll’inarrivabile Jimi Hendrix.
Massimo Bernardi era cresciuto tra musica e televisione: era stato uno dei “collettoni” di Rita Pavone, il gruppo di ragazzi che danzava in video il “Ballo del mattone” e il “Geghegé” attorno alla ragazzina lentigginosa più amata dai teenager.
Io suonavo il sax nei Boa Boa, la band di Pierfranco Colonna che riuniva alcuni dei musicisti più stimati d’Italia: il bassista Mario Scotti (poi con Jimmy Smith, Lucio Battisti, Ennio Morricone e l’orchestra della RAI), il chitarrista Piero Pantò (proveniente dal gruppo di Michele), il tastierista Thomas Gagliardone (dai New Dada all’Equipe 84) , il batterista Roberto Senzasono (già Skylars di Ricky Shayne), il trombettista Filippo Bianchi, l’altro sassofonista Paolo Francesco Angelillo, il percussionista Enrico Buscaglia e la ballerina afroamericana Judith Six. Liceale appena diciassettenne ero stato selezionato per i Boa Boa da Eddie Busnello, mitico jazzista altosax belga, fraterno amico di Pierfranco. Massimo Bernardi era il nostro manager: ci fece esibire al Bang Bang di Milano, allo Stork Club di Bologna, al Piper di Torino, alle Piscine del Foro Italico di Roma, alla Nave di Fregene, al Bobo di Misano. Ma soprattutto a Roma nel suo Titan Club e al Teatro Brancaccio di spalla a The Jimi Hendrix Experience, la tournée organizzata da lui sotto l’insegna di “3° Titan Top Show”.
Maggio 1968, Jimi Hendrix sul palco del Teatro Brancaccio di Roma.
Maggio 1968, Pierfranco Colonna e i Boa Boa sul palco del Teatro Brancaccio di Roma aprono il concerto di Jimi Hendrix. Da sinistra: Francesco Paolo Angelillo (sax), Filippo Bianchi (tromba), Michele Bovi (sax), Pierfranco Colonna, la ballerina afroamericana Judith Six, Piero Pantò (chitarra), Mario Scotti (basso). Rimangono nascosti Roberto Senzasono (batteria) e Enrico Buscaglia (congas).
Da mio manager diventò mio amico di una vita. Continuò fino all’ultimo giorno ad occuparsi di musica, sempre ai massimi livelli: governando splendide discoteche, come Le Streghe all’Argentario, o producendo programmi per la RAI di qualità e successo come il Premio Centocittà.
Nei primi anni Duemila Massimo ed Ennio Melis, storico direttore della RCA Italiana, stavano riorganizzando il Cenacolo: il circolo magico di musicisti che dette vita nei primi anni Sessanta alla scuola dei cantautori. Chiesero a me e a Pasquale Panella di partecipare all’iniziativa. Poi Melis si ammalò e il Cenacolo rimase un rimpianto. Tra Massimo ed Ennio c’era straordinaria sintonia. Nel 2002 organizzarono la Festa della RCA Italiana con tutti i dirigenti e le popstar degli anni d’oro dell’etichetta discografica. Io che da ragazzo dopo aver suonato con Pierfranco Colonna ero passato con Le Pecore Nere (quindi RCA Italiana) figurai tra gli invitati. Ma era un periodo in cui avevo la responsabilità delle edizioni mattutine del Tg2 pertanto risposi che non potevo accettare l’invito, preferivo non far tardi la sera. E Massimo mi spiazzò in contropiede: organizzò la reunion sotto casa mia, nella Trattoria dei Cardinali di viale Amelia.
L’ho incontrato per l’ultima volta il 17 febbraio del 2017 al Piper Club. Avevo scelto quella location per presentare il mio libro Note Segrete. Tra il Piper Club di Alberigo Crocetta e Giancarlo Bornigia e il Titan Club di Massimo Bernardi c’era stata negli anni Sessanta una concorrenza spietata. “Soltanto tu potevi farmi mettere piede in questa odiosa stamberga. Coglila come una prova di granitica fratellanza” mi disse. Non l’ho più visto: è andato via per sempre poco meno di un anno dopo.
Nonostante la sua attività così pubblica, di Massino esistono rare foto. Era riservatissimo. Le sue uniche apparizioni televisive gliele imposi io per raccontare in un Tg2 Dossier Storie i retroscena dei concerti italiani di Jimi Hendrix, Stevie Wonder e Julie Driscoll, la cantante inglese con la quale aveva condiviso tra l’altro quella che un tempo veniva definita “un’affettuosa amicizia”.
Le splendide immagini del concerto di Stevie Wonder al Titan Club me le affidò in esclusiva. Nelle Teche della RAI su quel filmato applicai una nota d’embargo: “Non possono essere utilizzate senza l’autorizzazione di Massimo Bernardi. Referente Michele Bovi”.
Mi prendo qui la libertà di mostrarle e di raccontare Stevie, Jimi, Julie e soprattutto Massimo, perché so che lui avrebbe risposto come al solito: “A Miché, chemmelo chiedi affà? Tanto fai sempre come te pare!”.
Grazie Massimo.
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